L’oratorio di Santa Maria Maddalena, un tempo chiamato -S. Maria Maddalena et hospitale-, è legato all’antico ospizio medioevale per pellegrini.
All’oratorio ed al complesso ospitaliero è stata legata per molti secoli anche la famiglia nobile dei Giovio di Como che ne deteneva lo -jus patronato- laicale del complesso, sancito in una bolla papale sin dal 1496 e testimoniata da una lapide del 1506 dal conte Gabriele Giovio alterata però dai successivi interventi di restauro.
L’edificio romanico a navata unica, termina con un’abside semicircolare ed è rischiarata da finestre a doppia strombatura che si aprono lungo le pareti longitudinali.
All’esterno sotto la linea di gronda si snoda lungo tutto il perimetro e la semicirconferenza dell’abside una fascia d’archetti pensili.
All’interno della chiesa si trovano avanzi di dipinti, alcuni molto deteriorati come ad esempio quello del catino absidale dove appena s’intravedono i simboli delle costellazioni.Il meglio conservato è un affresco raffigurante alcuni membri della famiglia Giovio che si offrono alla Vergine circondata da Santi, giudicato appartenente alla scuola lombarda del XVI secolo.
L’altare raffigurante S. Maria Maddalena penitente e lo stemma della famiglia Giovio, è in scagliola una lavorazione tipica dei Mastri Intelvesi.
Degno d’interesse è il notissimo -campaniletto- romanico della chiesetta che inizialmente terminava sopra l’attuale bifora mentre tutta l’originalissima cella campanaria in terracotta di stile ogivale che oggi vediamo, fu sovrapposta fra il XIV e il XV secolo, sotto forma di una seconda fiorita.
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